Favignana
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Introduzione

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Posta a soli 7 chilometri dalla costa della Sicilia, tra Trapani e Marsala, Favignana è la più grande delle Isole Egadi, ma anche la più turistica e la meno selvaggia delle 5 isole. L'isola, che si estende su di una superficie di 19 chilometri quadrati, è quasi divisa a metà dal corpo montuoso di Santa Caterina, il cui picco più alto raggiunge i 300 mt di altitudine. Ai due lati della formazione calcarea si estendono la Pianura del Bosco e della Piana. Favignana nel corso dei secoli è stata battezzata con numerose definizioni, alcune anche molto romantiche come: la farfalla sul mare, la perla dell'arcipelago, la regina delle tonnare, l'isola dei venti, l'isola delle capre. Il suo attuale nome risale però al periodo medioevale e deriva dal latino favonius, termine con il quale i romani indicavano il vento caldo che soffia da ovest. Con le sue spiagge bianchissime, il suo mare cristallino Favignana è l'isola delle Egadi che suscita il maggiore interesse sia dal punto di vista paesaggistico che marino e naturalistico.

Favignana

La storia dell'isola risale addirittura al periodo Paleolitico, risalgono infatti a quest'epoca le tracce degli insediamenti umani ritrovati tra le Grotte del Faraglione e il Pozzo di San Nicola. L'isola era conosciuta dai greci con il nome di Aegusa o isola delle capre, nell'VIII a.C. subì la dominazione dei Fenici per poi passare, con la prima Guerra Punica sotto il dominio dei Romani. Per il resto della sua lunga storia seguì comunque i destini della Sicilia fino al XVI secolo quando tutto l'arcipelago delle Egadi venne venduto dai Borboni alla famiglia Pallavicini di Genova.

Curiosità: se capitate sull'isola verso la fine di maggio potrete assistere di persona alla preparazione ed alla partenza delle barche che si recano alla mattanza di tonni. Questo sistema di pesca segue tempi e rituali molto antichi scanditi dal capo della tonnara o Rais. Questi riti, ai quali i pescatori attribuiscono un significato propiziatorio, sono accompagnati da preghiere e canti conosciuti con il nome di Cialome. Le cialome vengono eseguite all'unisono dai tonnari prima, durante e dopo la pesca del tonno, le loro parole vengono tramandate dalla notte dei tempi, mentre è il cialomatore, e nessun altro, a darne l'avvio.

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