Portogallo

Il castello, di origini piuttosto recenti, è stato edificato agli inizi del ‘900 su progetto dell’Ingegnere Carlo Saroldi per Charles Maurice Gamba. Il barone con l'edificazione di questa dimora voleva dare all'amata moglie Angélique Passerin d’Entrèves la possibilità di trascorrere lunghi periodi vicino alla sua famiglia, che risiedeva nel castello di Chatillon. Nonostante il suo aspetto austero, che riprende lo stile dei palazzi dell'inizio del '600, il castello venne dotato di ogni confort, venne addirittura istallata un'ascensore che portava dal primo al secondo piano. Castello GambaSfortunatamente i destini della coppia furono piuttosto sfortunati, dopo la morte dell'amata figlioletta Irene, all'età di soli 37 anni mori anche Angélique, mentre il marito morì improvvisamente nel 1928. In mancanza di eredi diretti il castello passò prima di proprietà della famiglia Passerin d'Entreves per poi essere venduto alla Regione. Tuttora di proprietà della Regione Valle d’Aosta, dopo lunghi ed attenti restauri, ora ospita una importante galleria di arte moderna con opere di artisti come Guttuso, Manzù, Casorati , Arnaldo, Giò Pomodoro ed una sezione dedicata ad artisti locali. Attualmente il percorso espositivo si snoda tra 13 sale disposte sui tre piani del castello, con una selezione di 150 opere esposte tra le 1200 di proprietà della fondazione. Il castello è circondato da un parco con una superficie di oltre 50.000 mq dove tra le varie specie trovano dimora una monumentale Sequoia Gigante della California, il Cipresso Calvo e lo Spino di Giuda. 

Orari: Ottobre/Marzo 9,30-13 e 14-17,30, Aprile/Settembre 10-18
Ingresso: Intero 5€, Ridotto 3€
Posizione GPS: 45.7453296, 7.601307099999985
Ubicazione: Strada Italo Mus, 14, Châtillon (AO)
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Posto in cima ad un picco roccioso, all'ingresso della Valle d’Ayas, è raggiungibile, grazie ad una mulattiera, con una passeggiata in salita di circa 10 minuti. Il castello, che rappresenta uno stupendo esempio di architettura difensiva, ha la forma di un poderoso cubo con 30 metri di lato che poggia direttamente sulla roccia. L’attuale aspetto è da attribuirsi ai lavori intrapresi da Ibleto di Challant nel 1390 e da Renato di Challant nel 1536. Questi ultimi servirono ad adeguare il castello alle nuove esigenze militari, grazie alla costruzione di una cinta muraria provvista di cannoniere, speroni a contrafforte e torrette difensive adatte all'uso di cannoni. Castello di VerresAll'ingresso venne realizzata un’antiporta con ponte levatoio e vennero aperte feritoie. A testimonianza dei lavori, sul portale di accesso venne posta una scritta gotica, tuttora leggibile. Superato il portale si incontra l’antico corpo di guardia, il portone di ingresso del castello immette in un androne difensivo dal quale, attraverso una porta, fortificata da una saracinesca, si accede al cortile quadrato. 
Attorno al cortile si ergono i tre piani del castello, al centro è posto un pozzo per la raccolta delle acque piovane, mentre intorno si sviluppa uno scalone in pietra poggiato su archi rampanti di notevole effetto, forse unico nel suo genere. Molto belle le eleganti bifore e trifore che si aprono sia sul cortile che sull'esterno del castello.

Orari: Ottobre/Marzo 10-12,30 e 13,30-17, Aprile/Settembre 9-19, chiuso il giovedì
Ingresso: Intero 3€, Ridotto 2€
Posizione GPS: 45.6701219, 7.69564390000005
Ubicazione: Localita' La Tour, 11029 Verrès AO
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Situato sulla riva destra della Dora Baltea, nel centro dell’omonimo villaggio, il castello dispone di un esterno piuttosto anonimo che non lascia immaginare la bellezza e la ricchezza dei suoi interni. Edificato probabilmente sui resti di una antica villa romana, la dimora fu inizialmente proprietà del vescovo di Aosta per passare successivamente alla famiglia degli Challant. Castello di IssogneNel corso degli anni il castello subì diversi rimaneggiamenti, i più significativi avvennero intorno al 1480 ad opera di Giorgio di Challant che trasformò il maniero in una splendida dimora rinascimentale arricchita da affreschi ed opere d’arte. Con l’estinzione della famiglia Challantt il castello cadde in declino, venne acquistato all'asta nel 1872 da Vittorio Avondo, pittore piemontese, che assieme ai suoi amici lo riportò agli antichi splendori per donarlo nel 1907 allo Stato. Attualmente di proprietà della Regione, la dimora si presenta in forma quadrangolare con tre lati chiusi e un terzo formato da un giardino all'italiana.
Castello di IssogneAl centro del cortile è posta l’ottagonale fontana del Melograno, simbolo di prosperità, mentre il porticato al pian terreno è ornato da affreschi rappresentanti scene di vita quotidiana.  I muri che si affacciano sul cortile riportano affreschi con gli stemmi dei vari casati imparentati agli Challant; sempre al pian terreno sono le cucine arredate con mobili d’epoca, la sala da pranzo e la sala baronale, ai piani superiori sono: la cappella, le stanze del Conte e della Contessa, gli oratori e la stanza del “Re di Francia” ove il Re usava risiedere durante le sue visite in Valle, la stanza è ornata con gigli, un soffitto a cassettoni e conserva un letto a baldacchino originale dell’epoca. 

Orari: Marzo/Giugno e Settembre 9-19, Luglio/Agosto 9-20, Ottobre/Febbraio 10-12,30 e 13,30-17
Posizione GPS: 45.654833, 7.686737999999991
Ubicazione: Piazza Castello - Issogne - Valle d'Aosta
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Arroccato in cima alla rupe, il forte domina l’ingresso alla Valle, costituendo con la sua imponente struttura, un’inespugnabile sbarramento. Le origini del Forte risalgono sicuramente al periodo preromano, quando sull'altura esisteva un presidio fortificato, utilizzato anche in epoca Romana. Intorno all'anno 1000 il Forte appartenne al visconte di Boso (capostipite degli Challant), ma nel 1234 venne espugnato da Amedeo IV, rimanendo di proprietà dei Savoia fino alla resa a Napoleone, avvenuta il 1 giugno del 1800.Forte di Bard
Durante il periodo di appartenenza alla casa Savoia il forte venne utilizzato come presidio di artiglieria del Ducato. L'edificio venne fatto radere al suolo da Napoleone ma, su volere di Carlo Felice, venne ricostruito tra il 1827 e il 1837. La nuova fortezza poteva ospitare più di 400 soldati, mentre i magazzini potevano contenere munizioni per reggere assalti anche di tre mesi. Dalla fine dell’800 il forte cadde in declino divenendo carcere e deposito di munizioni. Dopo lunghi e imponenti lavori di recupero nel 2006 la struttura è stata aperta al pubblico, ora i suoi tre corpi di fabbrica, posti su vari livelli, ospitano il museo delle Alpi, il museo del Forte, il museo delle Frontiere e i laboratori didattici. 

I musei sono organizzati in percorsi interattivi con giochi multimediali, suoni, video e proiezioni di particolare suggestione molto adatti anche ai bambini. Nei sotterranei è possibile visitare le prigioni, inoltre vengono spesso organizzate mostre temporanee di altissimo livello. Per una visita al forte si consiglia di salire tramite i cinque ascensori panoramici di fianco al parcheggio multi-piano, e ridiscendere a piedi attraverso il pittoresco borgo medioevale.

Di recente il Forte è stata la location del film "The Avengers - Age of Ultron".

Orari: Martedì/Venerdì 10-18, Sabato/Domenica/ Festivi 10-19, chiuso il lunedì
Ingresso: il Forte offre diverse tipologie di biglietti, visita il sito per trovare quella pià adatta a te
Posizione GPS: 45.6090174, 7.744588799999974
Ubicazione: Bard - Valle D'Aosta
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 ustica“Ustica è molto più graziosa di quanto appaia dalle cartoline illustrate, è una cittadina di tipo saraceno, pittoresca e piena di colore”

così veniva descritta Ustica da A. Gramsci durante il periodo di confino nelle lettere alla famiglia. L'isola è stata infatti per un lungo periodo luogo di confine per i coatti, criminali comuni allontanati dai loro luoghi di origine, ed arrivò ad ospitarne fino a 3.000 su di una popolazione di circa 1.000 abitanti. L’abitudine all’ospitalità fece sì che con l’abolizione del confine, avvenuta nel 1961, gli abitanti dell'isola si dedicassero al turismo dimostrando di avere spiccate doti di ospitalità ed accoglienza. Ustica, il cui nome significa bruciata o terra delle ossa per i greci, rappresenta la parte emersa di una catena montuosa sottomarina e si estende su di una superficie di circa 9 kmq. L’attuale forma e superficie è dovuta all'opera del mare nell’oltre milione di anni dalla sua emersione, le acque hanno infatti reso l’isola praticamente pianeggiante salvo tre alture di cui la più alta è il monte Guardia di Mezzo  248 metri. L’isola appare molto ospitale grazie alla presenza di boschi, pascoli e fertili pianure e così sembrò ai primi colonizzatori circa due secoli a.C., i quali, grazie al loro spirito di adattamento e intraprendenza, seppero superare  il problema dell’assenza di acqua dolce. Sull’isola esiste una sola sorgente di acqua potabile chiamata la “Grotta dell’acqua” o “Stizzana”, un sistema di gorghi anticamente naturali, successivamente ampliati dall’uomo, permettono la raccolta di acqua piovana utilizzata per l’abbeveraggio del bestiame e irrigazione dei campi tra questi Gorgo Maltese e Gorgo Caezza che con i suoi 3 metri di profondità riesce a contenere oltre 1000 metri cubi di acqua. Oggi il problema dell’assenza d’acqua è stato risolto con dissalatori e navi cisterna che riforniscono l’isola. Grazie a scavi intrapresi da padre Carmelo Seminara e dall’archeologo Giovanni Mannino si ha la certezza che già tra il 1400 e il 1200 a.C. ai Faraglioni esistesse un villaggio di notevoli dimensioni con una struttura urbana organizzata, altri villaggi sono stati rinvenuti sull’isola ad esempio quello della Falconiera che domina Cala S. Maria. Durante la sua lunga storia l’isola vide lo sbarco di Fenici, Greci, Cartaginesi, Romani e Saraceni che la utilizzarono come base per le loro scorrerie. Nel 1763, sotto la dominazione Borbonica, cominciò una campagna di ripopolamento che attirò sull'isola ben 85 nuove famiglie. I nuovi arrivati grazie alle terre di cui erano divenuti proprietari trasformarono Ustica in una specie di grande fattoria dove venivano coltivati frumento, orzo, legumi, fichi d’india e cenere soda. Solo intorno agli anni 60 Ustica si aprì al turismo divenuta oggi l’attività principale.

usticaCome arrivare:

Se non disponete di una bara a vela o di un cabinato l’unico modo per giungere sull’isola è tramite  gli aliscafi o le navi delle compagnie di navigazione Ustica Lines o Siremar (cerca il miglior prezzo). Le imbarcazioni partono dal porto di Palermo, in estate anche da Napoli, e giungono a destinazione dopo un ora e mezza di navigazione. Vista la situazione delle biglietterie vi consigliamo di munirvi di biglietto prima della data di partenza.

 

L’aeroporto di Palermo è ben collegato dalla ferrovia e da un servizio di autobus che partono ogni 30 minuti dal terminal. Sia che decidiate di prendere l’autobus o il treno vi suggeriamo di scendere alla Stazione Ferroviaria Centrale e prendere l’autobus n^ 139 fino al molo Piave. L’alternativa all’autobus o al treno può essere il taxi dall’aeroporto al molo i costi però salgono notevolmente.

Sito compagnia di collegamento con l’aeroporto

Sito compagnia autobus urbani

Come Muoversi sull’isola:

Ustica è molto ben collegata da un servizio di Minibus che girano tutta l’isola fermandosi nelle varie spiagge e nei vari luoghi di interesse. Nel mese di agosto in alcuni orari sono un pò sovraffollati l’alternativa è noleggiare degli scooter o delle biciclette elettriche. Per il servizio di minibus è possibile effettuare un abbonamento settimanale direttamente in comune oppure comperare singoli biglietti all’edicola o nelle tabaccherie.

Costi: L’abbonamento settimanale costa 15€ a persona
Sito del comune

Noleggio schotter

Dove alloggiare:

Viste le dimensioni, la capacità ricettiva dell’isola non è molto elevata,  se decidete di passare le vacanze a Ustica vi suggeriamo quindi di prenotare con largo anticipo. L’isola dispose di alberghi, case-vacanze, B&B e residence ma  non dispone di villaggi turistici o campeggi. Vi consigliamo di scegliere il vostro luogo di soggiorno vicino al paese di Ustica. In genere sia i ristoranti che le gastronomie non hanno prezzi eccessivamente elevati e la qualità del cibo, soprattutto il pescato, è molto elevata. Di seguito un link dove potrete trovare varie tipologie di sistemazione.

usticaChe cosa fare

Sull'isola la parola “noia” è bandita, infatti nonostante le ridotte dimensioni del territorio Ustica offre una notevole quantità di cose da fare. Si parte al mattino con una colazione a base di brioche farcita con gelato e cappuccino da consumarsi nella piazza principale per spostarsi in una delle varie spiagge oppure partire per una gita in barca o per un’immersione. Nel tardo pomeriggio le vie del paese si animano di turisti che passeggiano, fanno shopping oppure si rilassano davanti ad un aperitivo in uno dei tanti locali, diversi sono i ristoranti dove gustare ottime cene per poi concludere la serata in qualche pub o nella discoteca dell’isola. Per gli amanti degli sport acquatici è possibile praticare snorkeling, immersioni o fare gite in barca. Il mare intorno ad Ustica grazie alla limpidezza delle acque, alla bellezza dei fondali e alla rarità dei pesci che lo popolano è considerato un paradiso per  sub. Nei fondali è anche possibile ammirare una quantità di  reperti archeologici come vasellame, ancore, e altri tesori. Per i subacquei esperti è possibile inoltrarsi in grotte e raggiungere cavità sotterranee. Nella zona dell’area marina protetta, accompagnati da guide, è possibile effettuare snorkeling e ammirare da vicino cernie brune, occhiate, cefali e murene. Munendovi di un’imbarcazione potrete visitare le numerose grotte dalle mille sfumature di colori dove il silenzio è interrotto solo dal fruscio delle onde del mare. Numerose sono le spiagge da quelle per famiglie facilmente raggiungibili, dove la balneazione è facile e sicura anche per i meno esperti, come la spiaggia del Faro, Cala Santa Maria Cala Sidoti o Cala Spalmatori a quelle adatte a nuotatori più esperti o amanti dei tuffi come Molo Alto, Anfiteatro, Scogli Piatti e Punta Spalmatore. Se invece volete godervi una giornata di mare in assoluta intimità vi consigliamo gli Scoglitti, la piscina naturale di Punta Cavazzi, Cala San Paolo, Cala Patricuono e Corruggio

 L’isola offre anche la possibilità di effettuare passeggiate a piedi tra queste vi segnaliamo:

Il sentiero di Mezzogiorno: parte dalla Torre Santa Maria e attraverso una mulattiera arriva al faro di Punta Gavazzi passando per il Mulino a Vento, Cala San Paolo e giunge a Punta Galera dopo aver superato un tratto di folta vegetazione tipica del mediterraneo. Passata punta dell’Arpa il sentiero si fa sempre più ricco di vegetazione e incerto fino a giungere alla piscina naturale “Azzuffa”

Il sentiero del boschetto: questo sentiero era anticamente utilizzato dai carbonari che sbarcavano saltuariamente sull’isola per sfruttarne le risorse. Si parte dalla piazzetta antistante la chiesa di Santa Maria e si raggiungono le due colline Guardia Grande e Guardia del Turco, il sentiero si sviluppa attraverso la riserva naturale terrestre tra panorami mozzafiato e i profumi della macchia mediterranea.

Il sentiero della costa del nord: partendo da piazza del municipio prende via Petriera in direzione Tramontana offrendo notevoli panorami sulla costa nord come lo strapiombo di Cala Giaconi. Proseguendo si incontra lo scoglio del Sacramento e il secondo approdo dell'isola costruito per permettere l’ancoraggio alle barche quando soffiano i venti da sud. Passato Gorgo Maltese si raggiunge il Villaggio dei Faraglioni, sito archeologico considerato tra i più importanti dell’età del bronzo, superato il villaggio parecchi viottoli portano a calette o punti di balneazione come quelle del Carruggio o le Tre Pietre. Passando oltre si giunge al Gorgo Salato che deve il suo nome all’abbondanza di salsedine portata dal mare ove vivono gli ultimi rospi dell’isola e varie specie di uccelli migratori.

Da non perdere una visita alla rocca della Falconiera con il suo meraviglioso panorama sul mare e il sito archeologico di epoca romana.

Cucina:

La cucina della tradizione usticese si basa prevalentemente su prodotti locali frutto della coltivazione della terra come le lenticchie, i fichi d’india, i capperi, oppure frutto della pesca come i polpi, le cernie, le aragoste, le triglie, i gamberi, grazie ai quali si cucinano zuppe, fritti o condimenti per la pasta. Non si può passare per Ustica senza assaggiare la famosa “Zuppa di Lenticchie” piatto forte dell’antica tradizione contadina a base ovviamente delle tenere lenticchie di Ustica, pomodoro, olio, basilico, zucchine (o altre verdure) e pane raffermo o abbrustolito. Notevole è la varietà di piatti a base di pesce appena pescato come la zuppa, i polpi affogati, i totani con patate e pomodori oppure ripieni, le aragoste usate come condimento per la pasta assieme al pomodoro oppure da sole cotte alla brace o sbollentate. Da assaggiare la Pizza Fritta, i dolci a base di miele, mosto d’uva e i biscotti alle lenticchie. Tra i vini vi suggeriamo di assaporare lo zibibbo secco, il moscato passito coltivato a Punta Spalmatore e l’Albanella.

 

Feste:

Le principali feste isolane sono legate alla tradizione popolana e alla religiosità degli abitanti. Sicuramente la festa principale è quella dedicata a San Bartolomeo, protettore dell’isola, che si celebra il 24 agosto di ogni anno. Per l’occasione vengono organizzati fuochi d’artificio, giochi e la tradizionale processione con la statua del Santo. Un’altra festa molto sentita è quella di San Giuseppe ove anticamente le famiglie ricche preparavano prelibati pranzi per le famiglie povere, ora invece vengono scelti  tre personaggi che rappresentano Giuseppe Maria e Gesù ai quali viene offerto un sontuoso banchetto. La festa che maggiormente stupisce i visitatori è però il matrimonio che riesce a coinvolgere tutti gli abitanti dell’isola in un evento che parte al mattino per protrarsi fino a tarda sera. Il motivo di questo coinvolgimento popolare è dato dall’esiguo numero di abitanti tutti legati tra di loro da vincoli di parentela.

 

mondovì

La città venne fondata intorno al 1200 ma, solo un centinaio di anni dopo gli venne riconosciuta l’autonomia comunale. Mandovì si divide in due parti la parte alta e più antica e la parte bassa più recente e più industrializzata. La visita di Mondovì può cominciare dalla parte bassa per proseguire con la parte alta alla quale si accede grazie alla moderna funicolare costruita nel 2006.

 

Ufficio del Turismo: Piazza Maggiore, 1. 

Nella parte bassa da vedere:

Chiesa di San Pietro e Paolo:

Preceduta da una scala in marmo, la chiesa è stata eretta nel 1489 ma ha subito parecchie modifiche e ampliamenti. Il simbolo della città è il Moro che batte le ore del grande orologio. L’interno con una cupola disegnata dal Vittore nel 1755 conserva opere di Morgari e di Moncalvo.

Chiesa di san Filippo:

La chiesa è stata edificata intorno alla metà del 1700 su progetto di Francesco Gallo, di particolare rilevanza la facciata in cotto, mentre l’interno a croce greca conserva  statue di Stefano Maria Clemente e un bassorilievo del Bernero

Nella parte alta:

Antico palazzo di città:

Il palazzo, che si trova in piazza maggiore, è stato la sede del municipio fin dalla fondazione della città, attualmente è usato per mostre, iniziative culturali e come sede dell’archivio storico cittadino. All’interno vi sono alcune suggestive sale come quella degli stemmi, ove sono dipinti i principali stemmi della provincia, la sala delle Bandiere decorata con alcuni stemmi in stile rinascimentale tra i quali spicca lo stemma del comune di Alessandria alleata di Mondovì nella guerra contro il vescovo di Asti (1236), alleanza che si rinnovò anche nei periodi successivi e portò allo scambio delle bandiere.

Palazzo del Governatore:

Affacciato su Piazza Maggiore, il palazzo dispone di affreschi di particolare pregio dipinti sulla facciata che risalgono al 1400 e ritraggono stemmi dei governatori ed emblemi di varia natura

Belvedere:

Situati in fondo a Via F. Gallo troviamo i giardini del belvedere che terminano con un affaccio dal quale si possono ammirare le colline delle Langhe, le Alpi Liguri e il Monviso. Al centro del giardino la Torre dei Bressani del XV secolo  alta 29 metri e con un orologio a lancetta unica, in origine costituiva il campanile della chiesa di Sant’Andrea successivamente distrutta. A metà del 700 Giovanni Battista Beccaria la utilizzò come punto trigonometrico per calcolare l’arco meridiano tra Andrate  e Mondovì.

Cattedrale:

Dedicata a San Donato è la principale chiesa della città, eretta intorno alla fine del 1700 su progetto di Francesco Gallo. Monumentale è la facciata in arenaria con un portale ornato da statue e sormontato da San Donato. L’interno è a croce greca e conserva opere di particolare pregio come gli affreschi, i quadri e l’organo. Di particolare importanza la Cappella del Suffragio in stile barocco rococò Piemontese, incrostata di marmi e con affreschi del Bongiovanni.

Chiesa della Missione:

Venne realizzata tra il 1600 e il 1700 da Giovenale Boetto per i Gesuiti. La chiesa, che sorge in piazza Maggiore, venne dedicata a San Francesco Saverio ma chiamata della Missione dopo il suo affidamento ai Padri Missionari di San Vincenzo de Paolo. Monumentale è l’interno ad una sola navata in stile barocco con affreschi di Andrea Pozzo.

Il castello venne edificato su di una collinetta intorno al 1830 su volere del conte Roberto Tapparelli d’Azeglio, il suo nome deriva da uno strumento usato per la caccia agli uccelli. La famiglia d’Azeglio ne fece una dimora particolarmente gradevole e rilassante al punto che la regina Margherita e altri personaggi, tra cui Silvio Pellico, lo usarono nel corso degli anni per i loro soggiorni. All’interno sono presenti dipinti a “tromp d’oeil” e affreschi con vedute paesaggistiche, mentre all'esterno del castello è posto un delizioso giardino con nicchie, fontane, laghetti, grotte e cascate alimentate da acque sorgive.

Orari: da aprile a ottobre sabato e festività infrasettimanali 14,30/19 domenica 10/19 ottobre 14,30/19 chiuso in inverno e Agosto
Ingresso: adulti 5 euro fino a 6 anni gratis ridotto 3
Ubicazione: Busca, Frazione San Quintino, 17 (CN)
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Il castello, in passato di proprietà dei conti Tapparelli d’Azeglio, è in realtà un complesso di costruzioni iniziate intorno all'anno 1100 per opera dei Marchesi di Busca. Nella prima metà del XIV secolo il primo nucleo dei Castelli venne ampliato  da Manfredo IV di Saluzzo. A partire dal 1300 divenne la dimora ufficiale della famiglia Tapparelli, nel XVI secolo su volere di Benedetto I, giudice di Saluzzo, i castelli subirono notevoli rinnovamenti architettonici. Nel 1890 alla morte di Emanuele d’Azeglio Tapparelli i castelli e le loro terre vennero messi a disposizione della comunità subendo un lento degrado. Nel 1998 ebbero inizio i lavori di riqualificazione dell'intera area che durarono fio al 2008.

Orari: tutte le domeniche da marzo a novembre dalle 9,30/12,30 e 14,30/18,30
Ingresso: adulti 5€ bambini 3€ (6-12 anni)
Ubicazione: Via Castelli, 4 - Lagnasco
Posizione GPS: 44.62601799999999, 7.556147399999986
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La città è situata sulla estrema punta del gruppo del Monviso. Il suo centro storico, che ha mantenuto l’aspetto di cittadella fortificata, è considerato uno dei più belli del Piemonte grazie alle strette vie nelle quali si susseguono portici, suggestive piazzette, edifici medioevali e rinascimentali. Vi suggeriamo di organizzare la visita in modo da trascorrere la serata in città e poter gustare una cena in qualche ristorante tipico.

Ufficio del Turismo: Piazza Risorgimento, 1. 

Da vedere:

Cattedrale:

Eretta tra il 1491 e il 1501 è stata dedicata all'assunta. La cattedrale è in stile tardo-gotico con una facciata molto imponente costruita con mattoni a vista. L’interno si compone di tre navate con volte a crociera, l’altare in stile barocco è ornato da undici sculture lignee

 

SaluzzoCasa Cavassa:

Si tratta di una dimora signorile del XV secolo, dapprima di proprietà dei Marchesi di Saluzzo, venne donata a Galeazzo Cavassa di Carmagnola quando divenne vicario generale del marchesato. La casa, che si sviluppa su tre piani, ha la forma di L con una scala a chiocciola che collega le due parti. Nella casa è attualmente ospitato il Museo civico di Casa Cavassa. Di notevole pregio sono i dipinti delle varie sale per la maggior parte opera di Giacomo Canova. All'interno della casa troviamo il loggiato con un porticato di colonne in marmo, la Sala della Giustizia e la Sala del Foix centro del museo, la camera da letto sud-ovest ospita un bellissimo letto con 4 colonne scolpite e verniciate di verde scuro e oro.

Orari: primavera-estate Martedì e Mercoledì 10-13  e 15-17 Giovedì/Domenica 10-13 e 15-19 Autunno/Inverno Martedì/Mercoledì 10/13  e 15/17 Giovedì/Domenica 10-13 e 14-17
Ingresso: Intero 5€, gratis fino a 18 anni
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Chiesa di San Giovanni:

La chiesa è stata costruita intorno al 1330 e dispone di tre navate interne, un campanile a base rettangolare con monofore e bifore e di una facciata di forme gotiche. Tramite una scalinata si accede all'interno della chiesa con numerose cappelle nelle navate laterali. L’altare posto nella navata centrale è ornato da un magnifico tabernacolo ligneo dorato, dietro l’altare è situata la cappella sepolcrale dei marchesi di Saluzzo, considerata una delle più belle opere scultoree del territorio. La costruzione della cappella è stata effettuata su volere di Ludovico I nel 1474 e si presenta rivestita di pietra grigia con inserti di pietra verde. La chiesa è sempre visitabile tranne durante le funzioni religiose.

Casa di Silvio Pellico:

SaluzzoSituata nella piazzetta di Mondagli, la casa è visitabile solo il sabato e la domenica oppure nelle festività dalle 15 alle 19. (ingresso 3 euro e fino a 18 anni gratis). Al primo piano della casa, che attualmente è di proprietà del comune, si trova l’appartamento dove nacque e trascorse la prima infanzia lo scrittore.

Giardini di Villa Bricherasio

Chi ama la natura non  può mancare di visitare lo stupendo giardino di Villa Bricherasio.  Plasmato dall'esperto botanico Domenico Montevecchi il giardino occupa una superficie di 12.000 metri quadrati. La villa è poco distante dal centro medioevale della città sulla strada che conduce al castello della Manta. Grazie alla sua posizione gode di un micro-clima particolarmente mite, adatto alla coltivazione di specie botaniche che temono il gelo che, in altre zone del Piemonte sarebbero destinate a morire. Il parco è suddiviso in tre zone fito-climatiche: la mediterranea, la temperata fredda e quella continentale. Nelle zone dei laghetti sono presenti piante acquatiche galleggianti tra le quali la Victoria amazzonica. Nell’alpineto, sono presenti più di mille specie di piante, oltre ad una collezione di rose botaniche inglesi. Tra le piante arboree e gli arbusti  si possono trovare gli Eucalipti provenienti dalla Tasmania e dalla Nuova Zelanda e la Genera Manicata del Brasile con le sue enormi foglie che arrivano a consumare fino a 800 litri di acqua al giorno.

Orari: Martedì/Sabato 9,30-12,30 e 14,30-19 Domenica 9,30 18,30. Il parco è chiuso in Inverno
Ingresso: Intero 5€, fino a 12 anni gratis
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Il Castello, situato sulle colline del Cuneese, venne costruito come casa-forte intorno al 1300, ma, trasformato da Verano di Saluzzo, figlio di Tommaso III, in dimora signorile nel XV secolo. Dal 1984 è di proprietà del FAI che, dopo aver effettuato parecchi interventi conservativi, lo ha aperto al pubblico. Il salone baronale del castello custodisce una delle più importanti testimonianze della pittura del tardo gotico piemontese, si tratta di un ciclo di affreschi ordinati da Valerano in onore del padre raffiguranti “Prodi ed Eroine” appartenenti all'opera "Le Chavalier Errant" scritta da Tommaso III, oltre che la misteriosa rappresentazione della “Fontana della Giovinezza”. Molto significativa la sala delle Grottesche, con una volta interamente decorata da stucchi e dipinti. La chiesa parrocchiale che sorge a sud del castello conserva preziosi affreschi quattrocenteschi.

Orari: Marzo/Settembre Martedì/Domenica 10-18, Ottobre/Novembre 10-17, Dicembre/Febbraio chiuso
Ingresso: Intero 6€,  Ridotto 3€ (4-14 anni)
Ubicazione: Via de Rege Thesauro, 5 - Manta - Cuneo
Posizione GPS: 44.6169307, 7.48532160000002
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Castello della Manta

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