Sestiere Dorsoduro

Sestiere Dorsoduro

Posto nella parte meridionale della città il quartiere conserva alcuni dei punti di interesse turistico più importanti della città. Si tratta di un sestiere residenziale piuttosto tranquillo, molto soleggiato il cui nome pare provenga dalla conformazione del terreno più duro e meno paludoso rispetto al resto della città. Fu una delle prime zone della città ad essere colonizzata ora ospita il quartiere universitario, l'ex officina del Gas, l'ex cotonificio veneziano ed i magazzini generali. Il sestiere comprende anche l'isola della Giudecca.

 

Al pari della chiesa del Redentore anche questa chiesa pare sia stata edificata come ringraziamento alla Vergine per aver salvato la città dall'epidemia di peste del 1630. L'incarico del progetto venne affidato a Baldassarre Longhena, che creò un vero capolavoro di architettura barocca. Per edificare la basilica venne abbattuto un antico complesso religioso e, vennero conficcati nel terreno ben 1.156.000 pali. La chiesa di forma ottagonale è circondata da sei cappelle minori, una grande cupola poggia sul corpo centrale. L'imponente facciata, che risalta in tutta la sua bellezza da Piazza San Marco e dal Canal Grande, è impreziosita da una serie di statue opera di Tommaso Rues raffiguranti i 4 evangelisti mentre la statua della Vergine svetta dalla grande cupola. L'interno, molto ben illuminato è piuttosto spazioso, ed ospita sull'altare maggiore un gruppo scultoreo raffigurante la Madonna con bambino i braccio che difende Venezia dalla peste. Nelle cappelle laterali si trovano un dipinto di Tiziano raffigurante la discesa dello Spirito Santo e una pala nell'altare dell'Assunta opera Luca Giordano. Di particolare nota è l'Organo Dacci custodito all'interno della chiesa risalente al 1782 con 51 canne suddivise in tre campate, due tastiere quella inferiore con 30 tasti e quella superiore con 59 tasti, una pedaliera a leggio di 20 tasti.Tutti gli anni a partire dal 1681 il 21 novembre da piazza San Marco parte una processione che passando su di un ponte di zattere attraversa il Canal Grande e raggiunge la Chiesa. 

La storia delle Galleria comincia nel 1750 quando il pittore Gian Battista Piazzetta fonda una sua scuola d'arte che sarebbe in seguito divenuta un'accademia di gusto veneziano. Attualmente le gallerie occupano gli spazi della chiesa di Santa Maria della Carità, del convento dei Canonici Lateranensi e della Scuola grande di Santa Maria della Carità. Fina dalla sua fondazione la galleria aveva come scopo quello di acquisire opere d'arte  a fini didattici e di restauro, durante il periodo napoleonico con la soppressione di chiese, conventi e parrocchie la galleria acquisì molte delle opere che non presero la via della Francia. Le Gallerie vennero trasferite in questa sede nel 1807 da Napoleone e aperte al pubblico 10 anni dopo. Nel 1878 le gallerie e la scuola d'arte vennero separate, le Gallerie entrarono così sotto la tutela dell'amministrazione statale, e da allora hanno continuato ad ampliarsi con sempre nuove acquisizioni. Al giorno d'oggi le gallerie ospitano la più importante raccolta di opere d'arte veneziane e venete dal XIV secolo al XVIII secolo. Tra le opere principali troviamo Madonna in Trono con Bambino e Santi di Giacomo Bellini, La Pietà, La Vecchia e La Tempestadi Giorgione, Ritratto di Gentiluomo di Lorenzo Lotto, Il Convito di Casa Levi del Veronese, Il Miracolo di San Marco di Tintoretto, La Presentazione della Vergine al Tempio di Tiziano, La Processione in Piazza San Marco di Bellini, Prospettiva con Portico di Canaletto, Uomo Vitruviano di Leonardo da Vinci,

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La storia della collezione è ovviamente indissolubilmente legata alla vita ed ai gusti della sua fondatrice, la miliardaria americana Peggy Guggenheim. Entrata in possesso della sua enorme fortuna nel 1921, Peggy intraprese un viaggio in Europa, innamoratasi di Venezia si stabilì a Palazzo Vernier dei Leoni (il nome deriva dall'abitudine della famiglia di allevare leoni) continuando qui la sua collezione di opere d'arte già cominciata a Londra con la fondazione della galleria Guggenheim Jeune. Tornata in America nel 1942 fonda a New York la galleria Art of this Century. Tornata a Venezia decide, nel 1949, di aprire al pubblico almeno una volta alla settimana la sua casa, e così sarà fino alla sua morte avvenuta nel 1979. Con la morte della proprietaria la casa e la collezione di Venezia entrano a far parte della Solomon R. Guggenheim Foundation per volere della stessa. Ai giorni nostri la collezione raccoglie alcune delle più importanti opere di modernismo statunitense e futurismo italiano. Nelle varie sale e nel giardino (dove in un urna sono sollocate le ceneri della fondatrice) sono esposte opere cubiste, surrealiste e di espressionismo astratto appartenenti ad artisti come: Picasso, Dalì, Magritte, Mondrian, Klee, Mirò, De Chirico, Chagal e dal 1997 vi sono esposte, a titolo di deposito, 27 opere appartenenti alla collezione di pittura italiana del XX secolo di Gianni Mattioli.

Orari e Tariffe è possibile acquistare il biglietto anche on-line. In sede è sempre possibile l'acquisto del biglietto anche quando on-line indica posti esauriti
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Il grandioso palazzo venne costruito per la nobile e potente famiglia Bon da Baldassarre Longhena, al tempo massimo architetto del barocco veneziano. La morte del committente e lo stato di difficoltà economica in cui versava la famiglia obbligarono la sospensione dei lavori, che ripresero solamente nel 1751 quando il palazzo venne acquistato da Giambattista Rezzonico che affidò i lavori a Giorgio Massari. Direttamente affacciato sul canal Grande, il palazzo passò nel corso degli anni di proprietà di varie famiglie subendo espoliazioni e suddivisioni fino a quando ne divenne proprietario il figlio del poeta Robert Browning. Solo nel 1935 dopo lunghe trattative il palazzo divenne di proprietà del Comune di Venezia che vi istituì il Museo del 700 Veneziano, facendo tornare il palazzo agli antichi fasti di una dimora nobiliare dell'epoca. Di particolare pregio e bellezza sono gli arredi ed i dipinti conservati nelle sue sale e nelle sue stanze tra queste spiccano: lo scalone del Massari, il salone da ballo, la sala del trono ornata da un affresco del Tiepolo. Spiccano opere di Tintoretto, Pietro Longhi, Francesco Guardi, Canaletto preziosi suppelletili e il mobilio di una farmacia situata in un campo nei pressi dell'abitazione.

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Direttamente affacciato sul Canal Grande, si tratta di un palazzo in stile Gotico Veneziano oggi sede dell'Università Ca' Foscari Venezia. Il Palazzo era anticamente conosciuto con il nome di "Casa delle due Torri", nel 1429 venne acquistato dalla Repubblica della Serenissima per farne dono a Gianfrancesco Gongaza, utilizzato in seguito per ospitare personaggi illustri e diplomatici nel 1452 fu messo all'asta ed acquistato da Francesco Foscari. Il nuovo proprietario fece demolire la vecchia casa per costruirvi un palazzo più grande ed imponente affidandone il progetto a Bartolomeo Bono. Il palazzo venne in seguito utilizzato per ospitare personaggi illustri e feste. Vista la sua strategica posizione strategica con vista sul canal Grande e sul Ponte di rialto venne utilizzato da diversi pittori come postazione per dipingere vedute sulla città.

La chiesa che sorge sui resti di un precedete edificio venne costruita nella prima metà del 1500 in forme rinascimentali su progetto dello Scarpagnino. L'interno che ospita le spoglie del Veronese è ornato da affreschi del Veronese e di Tiziano. Curioso è l'organo dipinto dal Veronese in alcuni sportelli e nel parapetto con episodi della vita di Gesù.

Posta al di fuori del cuore cittadino e collegata al resto della città solamente da vaporetti, l'isola veniva chiamata "Spinalonga" per la sua forma allungata a forma di spina di pesce. Secondo alcune teorie l'attuale nome deriverebbe dagli insediamenti di ebrei (giudei) secondo altri dal termine dialettale zudegà (giudicati) in quanto qui venivano esiliate le nobili famiglie ribelli. Intorno al IX secolo la Repubblica assegnò alle famiglie qui esiliate, a titolo di risarcimento, alcuni appezzamenti di terreno. I nobili e i mercanti vi insediarono quindi i loro depositi di merci e le loro fiorenti attività commerciali ed le loro abitazioni. Con la caduta della Repubblica le attività commerciali e le residenze nobiliari lasciarono spazio a prigioni, caserme, fabbriche e case popolari. Oggi l'isola è ricca di contrasti a fianco a rinomati hotel a 5 stelle, come il Cipriani, sorgono pensioni a gestione famigliare e accanto residenze di personaggi famosi come Elton John sorgono abitazioni popolari e anche un carcere femminile. Gli edifici più noti dell'isola sono:


Chiesa del Redentore

Venezia - Chiesa del RedentoreL'edificio venne costruito nel 1576 su volere del Senato per chiedere l'intercessione divina per debellare la terribile epidemia di peste che in soli due anni portò via circa un terzo della popolazione cittadina. Il progetto iniziale venne affidato al Palladio ma venne portato a termine da Antonio Da Ponte nel 1592. Fin dall'anno successivo la chiesa rappresentò tappa finale della processione di ringraziamento al Redentore per l fine della pestilenza, tale processione si tiene ancora oggi ogni anno la terza domenica di luglio. La chiesa, raggiungibile tramite un'ampia scalinata, dispone di un'imponente facciata in marmo bianco in stile classico ornata da quattro timpani triangolari, l'ultimo sovrastato dalle statue di due angeli e la Fede, lesene e lunette con le statue di San Marco e San Francesco. L'interno della basilica è a unica navata, studiata appunto per accogliere la processione di fedeli alla presenza del Doge e delle altre autorità cittadine. Ai lati si aprono tre cappelle per parte. L'interno della basilica custodisce opere del Tintoretto (l'Assunzione) di Alvise Vavarini, del Veronese e di Palma il Giovane

 

Il Mulino Stucky

Venezia - Mulino stuckySi tratta di un'imponete costruzione in stile neogotico, interamente costruita in cotto nel 1895, su volere di Giovanni Stucky, imprenditore e finanziere di origini svizzera. Nel suo momento di massima attività arrivò ad impiegare 1500 operai, che lavorando su tre turni riuscivano a macinare 2.500 quintali di farina al giorno. L'idea venne al finanziere dopo aver visitato i vari mulini dell'Europa del Nord che decise così di sfruttare il canale della giudecca per un veloce trasporto del grano. Ben presto l'edificio divenne uno dei simboli dell'architettura industriale italiana, dopo un lungo periodo di crisi nel 1955 il mulino venne definitivamente chiuso. L'intero edificio passò successivamente di proprietà della società Acqua Marcia che nel 2000 stipulò un contratto con la catena Hilton per la riqualifica dello stabile e la costruzione di un grande hotel di lusso, residence, negozi, centri congressi e piscina. Durante i lavori di riqualifica nell'edificio si sviluppò un tremendo incendio che danneggiò irreversibilmente alcune sue parti. Ai nostri giorni proprio il canale antistante il mulino è oggetto di continui passaggi da parte di navi delle compagnie di crociera creando non poche polemiche tra la comunità e gli ambientalisti.

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