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La filigrana di Campo ligure

Il vocabolo, di origine latina, viene utilizzato in oreficeria per indicare una particolare tecnica di lavorazione ad intreccio di fili d'oro e d'argento, i quali vengono fissati su di un supporto di materiale prezioso formando l'effetto di una struttura traforata che imita l'arabesco. La preziosità di tali oggetti non sta tanto nei materiali utilizzati quanto nella minuziosità e pazienza con cui vengono svolti questi lavori, divenendo delle vere e proprie opere d'arte.

Esempi di questa tecnica di lavorazione si trovano già in epoca etrusca, mentre in epoca romana abbiamo i primi gioielli ottenuti con filigrana a giorno, cioè senza l'utilizzo della lamina di base. La produzione della filigrana non cessò durante le invasioni barbariche conoscendo nuovo lustro intorno al 1200. Fu con il ritorno dei crociati dalla Terra Santa, che la lavorazione della filigrana si diffuse anche in Liguria. Tra il 1700 e il 1800 moltissime furono le famiglie liguri che si impegnarono in questa tecnica di produzione, raggiungendo risultati di altissimo livello. A Campo Ligure venne aperto il primo laboratorio di filigrana nel 1884 dal maestro Antonio Olivieri, tale tecnica si diffuse sul territorio cittadino al punto che i laboratori divennero ben presto 33. Oggi gli artigiani di Campo Ligure lavorano la filigrana con le stesse tecniche, la stessa precisione e la stessa pazienza di un tempo, al punto da essere considerati, ormai da anni, gli unici eredi dei grandi maestri che hanno dato lustro a quest'arte. Nulla è mutato nei loro laboratori ove si seguono ancora le antiche fasi di lavorazione che sono:

la Fusione: operazione che permette la trasformazione del metallo grezzo in verghe destinate alla lavorazione
Trafilatura: le verghe vengono assottigliate in lunghi fili delle dimensione di 2 millimetri per essere poi lavorate. Per rendere il materiale più malleabile le verghe vengono a loro volta ricotte, portandole ad una temperatura leggermente inferiore a quella di fusione, ottenendo un prodotto simile ad un filo.
Torcitura:operazione con la quale due fili d'argento vengono attorcigliati in una treccia in modo da ottenere il "filo granato"
Laminatura: passaggio del filo granato sotto appositi rulli che gli conferiscono il tipico aspetto dentellato e granuloso
Scafatura: utilizzando fili di una speciale lega in rame e argento l'oggetto viene sagomato in base al disegno desiderato.
Riempitura: lo scafo o sagoma viene riempita con corfe e strutture ottenute dalla lavorazione dei sottilissimi fili precedentemente creati.
Assemblaggio e rifinitura: dopo aver creato i singoli pezzi che costituiscono l'oggetto essi vengono assemblati e rifiniti attraverso la fase di imbiancatura.

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