Genova e i Cantautori

Come parlare di Genova senza accennare almeno ai più noti tra i tanti cantautori genovesi? Che siano nati in città, nelle immediate vicinanze, o che vi siano solo cresciuti, sono stati infatti loro, con le loro canzoni, a farci conoscere e amare Genova anche prima di visitarla.
Umberto Bindi (Io e il mare: “Ma dentro di me so che tornerò alla spiaggia della foce, quando tornan le lampare./ Sarò tra i pesci che avran tirato su, rinchiuso tra le loro reti, gettate nel più profondo del mare…”
Bruno Lauzi (La nostra spiaggia: “Ricordo che c’erano solo i relitti delle chiatte da sbarco,/ quello che era il parco giochi di chi sognava l’avventura/ e lungo tutta la Foce l’acqua era limpida e pura/ e sugli scogli i pescatori avevano la mano sicura:/ è così che tanti anni fa era il nostro quartiere….”).
Gino Paoli (Boccadasse: “Ti ricordi il sole nella casa al mare?/ Ti )ricordi i fiori che curavi tu?/ I sorrisi rossi dei gerani appesi?/ Sale sopra i vetri e sui tuoi capelli?”; La gatta: “C’era una volta una gatta/ che aveva una macchia nera sul muso/ e una vecchia soffitta vicino al mare/ con una finestra a un passo dal cielo blu.”
Fabrizio de Andrè (Via del Campo: ”Via del Campo c’è una bambina/ con le labbra color rugiada/ gli occhi grigi come la strada/ nascon fiori dove cammina….”; Crêuza de mä: “Umbre de muri muri de mainé/ dunde ne vegni duve l’è ch’ané/ da’n scitu duve a l’ûn-a a se mustra nûa…. (Ombre di facce facce di marinai/ da dove venite dov’è che andate/ da un posto dove la luna si mostra nuda….)
Max Manfredi (Fado del dilettante: “Io sono nato a Genova/ Funicolari ascensori e creuze/ Io sono nato a Genova/ Città viva di troppe attese…Genova città ripida/ Buone gambe per camminare/ Flipper messo in bilico/ Dove rotola un temporale…..:”?)
Ivano Fossati (Naviganti: “Siamo stati naviganti con l’acqua alla gola e in tutto questo bell’andare quello che ci consola è che siamo stati lontani e siamo stati anche bene e siamo stati vicini e siamo stati insieme.”).
Vorremmo aggiungere all’elenco anche Paolo Conte che con la sua splendida “Genova per noi” (Con quella faccia un po’ così/ quell’espressione un po’ così/ che abbiamo noi prima di andare a Genova/ che ben sicuri mai non siano/ che quel posto dove andiamo/ non c’inghiotte e non torniamo più.”) ci ha regalato una meravigliosa lettura di quel misto di fascinazione e sgomento che si ha nel passaggio dalla campagna alla città e a “quel mare scuro che si muove anche di notte e non sta fermo mai”. 

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